Gross Domestic Product, questo il nome dell’inconsueto negozio nonchè Opera di Banksy. Resterà aperto soltanto quindici giorni, con le luci accese no-stop.
Banksy, il misterioso street artist di cui nessuno conosce la vera identità, ha aperto a Croydon, nella periferia sud di Londra il suo primo shop dove è possibile visionare le sue opere.
Le opere d’arte e gli oggetti firmati dall’artista, famoso per i suoi lavori e per quel velo di mistero che lo avvolge, saranno visibili soltanto attraverso le vetrine. A fianco ai quadri più celebri sarà possibile ammirare elmetti antisommossa della polizia, cuscini usati, tappeti e T-shirt firmate dall’artista. Gli oggetti e le opere, secondo quanto dichiarato dall’artista, verranno messe in vendita nei prossimi giorni su un sito online attraverso un sistema di asta.
Non sarà consentito in alcun modo l’accesso all’interno del negozio, comparso improvvisamente il primo ottobre nei sobborghi londinesi. Il ricavato dei suoi lavori, che potranno essere acquistati esclusivamente nel negozio online che Banksy aprirà per l’occasione, verrà devoluto all’acquisto di una nuova nave per migranti, che andrà a sostituirsi a quella confiscata dalle autorità italiane.
Gli incassi derivanti dalla vendita in rete delle opere d’arte di Banksy e degli oggetti griffati con gli stencil più iconici dell’artista verranno infatti devoluti alla Proactiva Open Arms, la ong spagnola che opera nel Mediterraneo per soccorrere i migranti.
L’iniziativa non è certo la prima che lo street artist ha realizzato per scopi umanitari. Ricordiamo infatti che lo scorso anno ha ideato e realizzato un’insolita lotteria dove mise come premio finale una sua scultura esposta a Dismaland. Anche in quell’occasione il ricavato venne destinato ad una associazione che si occupa di rifugiati.
Gross Domestic Product: non solo un gesto umanitario
A far prendere all’artista britannico la decisione di aprire Gross Domestic Product non è stata solo la volontà di contribuire all’acquisto della nave per migranti. Pare che a suggerirgli l’idea sia stato il suo legale.
Lo shop, primo negozio di Banksy a Londra in assoluto, servirebbe a dare la prova tangibile del suo marchio (regolarmente registrato), impedendone così l’impiego a chiunque non risulti autorizzato da lui.
La decisione sarebbe nata a seguito dell’iniziativa di un’azienda che commercializza biglietti d’auguri, la quale ha deciso di commercializzare i suoi articoli con il marchio Banksy.
A suggerire l’idea all’artista sarebbe stato, secondo fonti non ufficiali, Mark Stephens. L’avvocato, fondatore della Design and Artists Copyright Society e difensore di Julian Assange nella causa contro il Governo dell’Ecuador, avendo ricevuto incarico da Banksy per consulenza legale ha sottolineato l’importanza di utilizzare il marchio per impedirne il possibile trasferimento ad altro soggetto.
Ed ecco che l’idea di vendere i suoi prodotti al pubblico si rivela un’arma vincente nel complicato contenzioso che vede impegnato l’artista.
Lo street artist più famoso e discusso al mondo ha così deciso di allestire lo shop londinese, realizzando così una sua ennesima opera che, nel pieno rispetto dei principi legati alla street art, sarà fruibile da tutti. Si pensa infatti che sarà immensa la folla che si radunerà davanti alle vetrine del Gross Domestic Product, per ammirare l’ennesima bizzarra idea dell’anonimo artista.
Un comunicato, affisso sulla vetrina del negozio, spiega ai visitatori i motivi che hanno portato l’artista a difendersi da quel tentativo di appropriazione dei diritti commerciali legati al suo marchio.
Banksy – Gross Domestic Product: la scelta del nome
Perché Banksy ha scelto l’insegna Gross Domestic Product (che tradotto significa Prodotto Interno Lordo) per il suo show-room a scopo espositivo? Sembra che la scelta del nome sia dovuta all’ennesimo tentativo dell’artista di criticare quel concetto di arte intesa come prodotto da commercializzare, da vendere.
A rafforzare questa ipotesi vi sono tre ulteriori elementi, ovvero il fatto che il negozio rimanga aperto solo per un breve periodo di tempo, che non sia accessibile fisicamente all’interno e che la versione online dello shop, su cui dovrebbero essere venduti gli oggetti, non sia ancora ufficialmente accessibile.
Ricordiamo che lo street artist non è nuovo a gesti clamorosi utilizzati proprio per criticare la commercializzazione delle opere d’arte. Solo un anno fa infatti, la sua opera “Girl with Balloon” fu letteralmente disintegrata attraverso un meccanismo interno subito dopo che un collezionista se l’era aggiudicata all’asta di Sotheby’s a Londra per 860mila sterline.
Il negozio di Banksy a Londra come alternativa alla Frieze London
Anche la scelta del momento in cui aprire a Londra il più misterioso negozio di Banksy non è affatto casuale. Dal 3 al 6 ottobre infatti la capitale inglese ospita la Frieze London, con 160 gallerie aperte al pubblico e pronte ad ospitare i suoi 60mila visitatori da tutto il mondo.
Contemporaneamente a quella che da quasi trent’anni è considerata una delle mostre d’arte più famose al mondo, Banksy ha deciso di aprire i battenti del suo negozio insolito, con il quale ha voluto ancora una volta sottolineare l’importanza di rendere l‘arte fruibile a tutti e non solo ad un gruppo d’élite.
Il Marchio Banksy: da tempo al centro di lunghe contese
L’azienda che commercializza cartoline d’auguri, ora al centro delle polemiche per essersi appropriata del marchio Banksy senza autorizzazione, è solo l’ultima di una lunga serie.
Lo scorso febbraio infatti il marchio era stato al centro di controversie per violazione del copyright e vendita non autorizzata di merchandising. A quel tempo a finire al centro della querela promossa dalla Pest Control (azienda che si occupa della gestione dell’immagine e del marchio Banksy) era stata la 24 Ore Cultura.
Quest’ultima avrebbe infatti violato il copyright dell’artista utilizzando la sua immagine senza autorizzazione per fini commerciali in occasione della mostra “A Visual Project” organizzata al MUDEC di Milano.
Opere d’arte di Banksy e non solo
Ma oltre alle sue opere cosa sarà possibile vedere in quelle vetrine che un tempo hanno esposto le merci di un antico magazzino di tappezzeria? Tra gli oggetti insoliti firmati da Banksy che potremmo trovare in vetrina (ed in vendita sulla piattaforma e-commerce) vi sono la mascotte dei cereali Frosties di Kelloggs, il gilet anti-accoltellamento disegnato dallo stesso Banksy per il rapper Stomyz, una stroboscopica sfera da discoteca realizzata con gli elmetti usati della polizia, ed ancora tazze, T-shirts e piatti disegnati e firmati dall’artista.
Tra gli oggetti messi in vendita nel negozio di Banksy figurano pure un presepe sorvegliato da telecamere a circuito chiuso, un gioco per bambini con un camion che carica migranti ed un tappeto ispirato a Tony la Tigre.
Non mancano neppure elementi un po’ insoliti e macabri, come la lapide sulla quale è inciso “Ora hai raggiunto la tua destinazione”.
Tra le opere d’arte invece è possibile ammirare anche tre quadri che scompongono il celebre murales “Il Lanciatore di fiori“.